Fraternità Francescana
Madre della Riconciliazione e della Pace
...insegnami
i Tuoi sentieri...
(Sal 25,4)
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere,
gli si avvicinarono i suoi discepoli.
Prendendo allora la
parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei
cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni
sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché
grande è la vostra ricompensa nei cieli (Mt 5,1-12).
In
qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona
degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa,
rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda
sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se
qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da
quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi (Mt 10,11-14).
Dopo
questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a
due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La
messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe
perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in
mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno
lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se
vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti
ritornerà su di voi (Lc 10,1-6).
Quando
fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: «Se avessi
compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata
nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti
cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno
te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché
non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata» (Lc 19,41-44).
Rispose
Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi
verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le
mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha
mandato…
Il
Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli
v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la
pace, vi do la mia pace. Non come la dá il mondo, io la do a voi. Non sia
turbato il vostro cuore e non abbia timore (Gv 14,23-24.26-27).
La
sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le
porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne
Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò
loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù
disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando
voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito
Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete,
resteranno non rimessi».
Tommaso,
uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli
dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse
loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel
posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
Otto
giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso.
Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi
disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua
mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose
Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai
creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (Gv 20,19-29).
In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i
lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace, colui che ha
fatto dei due un popolo solo,
abbattendo il muro di separazione che era
frammezzo, cioè l’inimicizia,
annullando, per mezzo della sua carne, la legge
fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo
nuovo, facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un
solo corpo, per mezzo della croce,
distruggendo in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi
che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni
e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
Così dunque voi non siete più stranieri né
ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio,
edificati sopra il fondamento degli apostoli e
dei profeti,
e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo
Gesù (Ef 2,13-20).
Egli
è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura;
poiché
per mezzo di lui sono state create tutte le cose,
quelle
nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili:
Troni,
Dominazioni, Principati e Potestà.
Tutte
le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli
è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.
Egli
è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa;
il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti,
per ottenere il primato su tutte le cose.
Perché piacque a Dio di fare abitare in lui
ogni pienezza
e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose,
rappacificando con il sangue della sua croce,
cioè per mezzo di lui,
le cose che stanno sulla terra e quelle nei
cieli (Col 1,15-19).
Se
uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne
sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con
sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È
stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli
uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi
fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo
nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. Colui
che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore,
perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio (2Cor 5,17-21).
Mortificate
quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità,
passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria… Anche
voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. Ora
invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze
e parole oscene dalla vostra bocca. Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete
infatti spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il
nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore…
Rivestitevi
dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di
bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e
perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi
degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra
di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di
Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo
corpo. E siate riconoscenti!
La
parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con
ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici
spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel
nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre (cfr Col 3,5-17).